• +393348308891
  • errejeffe@gmail.com

Happy Birthday, GOAT!

Happy Birthday, GOAT!

Ultimamente, nonostante le batoste che ho subito in quel di Floresta (torneo, mio e del Principino, su cui tornerò successivamente, perché molto istruttivo), mi sono appassionato assai a un sistema di gioco che può essere sia anti-Siciliano che anti-Francese: il cosiddetto Attacco Indiano. Alcuni, troppo ottimisti!, lo definiscono “il repertorio di attacco definitivo”: sebbene secondo me molto utile e interessante, non è imputabile come causa “finale” degli Scacchi. Come si sa, quasi a ogni livello uno dei modi principali per vincere rapidamente negli scacchi è creare un attacco devastante sull’ala di Re. Ma molte aperture sono progettate per un gioco difensivo tranquillo. A parte l’Attacco Jugoslavo titpico della Variante del Dragone, c’è un’apertura che vale la pena di studiare, ed è l’Attacco Indiano. Questo sistema, noto anche come Sistema Barcza, è un repertorio molto flessibile piuttosto popolare negli scacchi di alto livello: apparentemente, il Bianco imposta una posizione solo difensiva che a prima vista sembra molto sottile, ma a un secondo sguardo, facile da maneggiare per il Nero. La posizione “base” spesso nasce dalle mosse del Bianco 1. Cf3, seguita da g3,  Ag2 e un rapido arrocco corto: una strategia apparentemente passiva, ma, come si suol dire, è sempre bene non giudicare una mossa dall’aspetto ma piuttosto dall’effetto. L’idea del Bianco è di giocare h2 -h4 e bloccare lentamente (quasi in un “restraint“) il Nero sul lato di Re portando i suoi pezzi nelle case ottimali da cui attaccare direttamente il Re nero. Esistono ovviamente altre sequenze di mosse con cui il Bianco può entrare esattamente nella stessa posizione: per esempio, 1. e4 seguita ancora da g3, Ag2 e arrocco.
La prossima mossa del bianco sarà d3, e il Bianco può conquistare, attaccare e controllare il centro mentre il Nero userà il lato di Donna per tentare un attacco di minoranza.
È chiaro che è una gara a chi arriva primo poiché chiunque riuscirà ad attaccare per primo sarà probabilmente il vincitore; stesso discorso, se il Nero si difende con freddezza e riesce a neutralizzare l’attacco “sac-sac-mate” del Bianco. So che sembra difficile che il Bianco in questo scenario possa scatenare un potente attacco sul lato del Re, eppure spesso il Bianco avrà tutti i suoi pezzi puntati e pronti ad attaccare sull’ala di Re, mentre il Nero rischia di dover chiedere pietà per fermare il suo tragico destino.
Il piano di attacco del Bianco è semplice, quasi brutale: spingerà il suo pedone “e” al centro, giocherà h2-h4, porterà il suo cavallo d2 in g4 tramite f1-h2 e poi svilupperà la sua Donna e l’Alfiere cercando di creare punti deboli sull’ala di Re nera spingendo il suo pedone fino in h6. Questo attacco è piuttosto facile da creare ed eseguire in realtà. Se il Nero vuole impedire questa idea, allora dovrà giocare una spinta anticipata del pedone in e5, annullando così l’ambizioso piano dell’avversario: il pedone bianco non può essere spinto in e5, il Cavallo non può saltare in g4 e anche l’Alfiere non può essere sviluppato in f4, per cui il Bianco non ha spazio extra al centro. Cosa fare in questo caso? In effetti, esiste un altro piano altrettanto devastante per attaccare sul Re. Dal momento che il Bianco non può attaccare direttamente, può ottenere un attacco altrettanto forte spingendo il suo pedone “f” in f4: in questo caso, però, egli ha il Cavallo in f3, che impedisce l’avanzata critica in f4. Tutto ciò che il Bianco deve fare è rimuovere il suo cavallo dalla traiettoria del pedone “f”:  ma dove può collocarlo? Il punto e5 è controllato dal Cavallo avversario e quello h4 è rischioso a causa della batteria di D+A; l’unica mossa plausibile per il Bianco ora è giocare Ce1 e poi spingere il pedone “f”. Sebbene questa sia la continuazione principale, questa mossa ha un certo inconveniente: la Donna bianca avrà però qualche difficoltà a  partecipare all’attacco. D’altro canto, dopo l’avanzata del pedone “f”, il Bianco ha aperto la diagonale e1-h4 a cui la Donna può accedere facilmente tramite e1. Un esempio, nel giorno del suo impossibile 79° compleanno, vede protagonista il “mio” GOAT, quel Bobby Fischer che vide nel torneo in cui si materializzò questa magnifica e notissima partita uno dei punti più alti della sua carriera.

Il posto è Sousse (Tunisia). Il torneo, l’Interzonale. L’anno, il 1967. Il Bianco, Robert James Fischer. Il Nero,  Lhamsuren Myagmarsuren.
Mettetevi comodi: inizia lo spettacolo. Happy Birthday, Mr. Fischer.

 

 

Ora: si può non essere d’accordo con il fatto che Bobby Fischer ci ha privato della più grande mente scacchistica di tutti i tempi, tenuto contro che questa partita risale a CINQUANTACINQUE anni fa? Cosa avrebbe potuto fare quell’uomo, se non si fosse auto-consegnato all’oblio 50 anni fa? Purtroppo, non lo sapremo mai.

Buon compleanno, Bobby.

admin

Devi aver fatto il login per pubblicare un commento.